LA PRATICA
Basta poco per accorgersi che la pratica del Qi Gong e del Taiji cambiano qualcosa dentro di noi.
Quando i principali blocchi iniziano a sciogliersi e l’energia a circolare, si prova una sensazione particolare: benessere e tranquillità, tenera morbidezza e forza allo stesso tempo, un dolce ritorno a casa, in un luogo intimo e pieno di pace.
Il corpo sembra perdere la sua pesantezza e i movimenti iniziano a scivolare fluidamente, come se percorressero dei binari ben oleati sui quali la fatica e i confini si dissolvono in una piacevole sensazione di calore e fusione con il tutto.
In quei momenti il nostro “io”, con tutti i suoi problemi e le sue realtà quotidiane, si fonde con il cosmo, assimilandone la modalità di essere e l’energia: forte, stabile, calmo.
La stessa esperienza viene decritta in molte altre pratiche che lavorano sull’energia: dalla meditazione, allo yoga, quando la mente rallenta e l’energia si equilibra permettendoci di penetrare fino al nucleo più profondo di noi stessi, si scopre con sorpresa che per quanto caos ci possa essere fuori, lì dentro regnano la pace ed una meravigliosa sensazione di appagamento e benessere fisico.
Nel romanzo “Il lottatore di Sumo che non diventava grosso”, Eric-Emmanuel Schmitt descrive un’esperienza molto forte, vissuta in un giardino zen in Giappone durante la meditazione: “Fu allora che si produsse l’esperienza. Per quanto fossi ancora seduto, provavo una sensazione strana. Tutto girava. Dentro e intorno a me. Non sapevo più se l’onda mi si rovesciava addosso o ero io stesso l’onda.
Sentivo che si stava preparando qualcosa, qualcosa di grosso, di immenso, di tonante. Poi una forza si introdusse, mi gonfiò, mi trasportò, mi sollevò.
Subii un’esplosione dolce, per niente dolorosa, anzi. Il mio corpo scoppiò con voluttà, abbandonò i propri limiti…
In una frazione di secondo mi svegliai dall’incubo che mi teneva prigioniero, ricordai una realtà dimenticata, quella di cui siamo costituiti. Smisi di essere Jun per diventare il cosmo, circolare, immobile e tuttavia in movimento…”
(Edizioni e/o 2009 p. 87-88).
La connessione e fusione con il tutto, come vedremo, non è un’impressione o suggestione, ma è una realtà dimostrata dalla scienza. E’ un’esperienza così equilibrante e appagante da essere stata cercata dagli esseri umani sin dalla preistoria.
Alcuni studi eseguiti su ritrovamenti archeologici (per lo più statuette di terracotta) risalenti al V-VI millennio a.C., hanno messo in evidenza alcune posture (alcune molto simili a quelle del Qi Gong) che, una volta eseguite (specialmente se accompagnate da determinati suoni, come ad esempio un ritmo ripetitivo di tamburo), producono una totale fusione della coscienza individuale con il “tutto”.
(Felicitas D. Goodman. Where the Spirits ride the Wind. Indiana University Press, 1990)
Esami eseguiti su volontari che praticavano queste posture hanno rilevato un’alterazione dei principali parametri fisiologici: battito cardiaco, respiro, peristalsi.
E’ stata inoltre riscontrata, tramite elettroencefalogramma, la produzione di onde Theta, le onde del rilassamento e degli stati meditativi, accompagnata da un drastico calo del cortisolo, ormone collegato allo stress, e un aumento di betaendorfine, sostanze strettamente connesse alla sensazione di piacere e benessere.
Si è registrata anche una produzione di neurotrasmettitori quali la noradrenalina, la serotoninina e la dopamina, collegati a stati di eccitazione ed entusiasmo. Alcune di queste posture sono state rinvenute in reperti archeologici diffusi simultaneamente in tutto il mondo.
Ma come agisce il Qi Gong per produrla? Quali sono i suoi strumenti, le sue tecniche?
LA TEORIA
Osservando i vari aspetti della natura attraverso la chiave di lettura che avevano individuato, ovvero il Tao ed il principio di trasformazione dinamica yin-yang, i grandi filosofi della Cina antica compresero con notevole anticipo ciò che la scienza moderna sta dimostrando.
Il corpo umano e il cosmo sono intimamente collegati, seguono gli stessi principi e le stesse leggi. Il microcosmo e il macrocosmo echeggiano e rispecchiano l’un l’altro (si pensi al DNA che contiene in sé tutte le informazioni per lo sviluppo dell’intero organismo). Tra loro vi è “risonanza”.
La risonanza è il criterio basilare della filosofia e della medicina cinese. E’ il filo conduttore che unisce gli esseri umani al Cielo e alla Terra, il macro e il microcosmo.
La salute e il benessere sono collegati a una vibrazione armonica del corpo e della mente (in cinese sono un concetto unico) in risonanza con la natura.
Possiamo immaginare la natura come un’antenna che “trasmette” su una determinata frequenza. Chi riesce a sintonizzarsi sulla frequenza giusta, ascolterà la sua musica fatta di energia, di forza equilibrante e di salute.
La parola cinese per “farmaco” è composta dal carattere di “suono” con il radicale di “erba”. Il principio attivo e curativo di un farmaco sta nella sua vibrazione, nella capacità di risuonare e trasmettere una vibrazione armonica.
Quello che noi percepiamo come “malessere”, di qualunque natura sia, deriva secondo la concezione cinese da un disequilibrio interno che, per riprendere il nostro esempio, ha spostato la frequenza e non permette più di “ricevere”. Così il malessere ci lascia nel silenzio, scollegati, senza connessioni e questo vale per ogni espressione dell’energia, dagli esseri umani agli animali, dalle abitazioni agli affari (l’arte del feng shui si basa su questo principio).
Avete visto il film-documentario “La storia del cammello che piange”?
Una cammella aveva partorito con molta fatica e sofferenza il suo cucciolo e si rifiutava di allattarlo. La famiglia di pastori della steppa mongola aveva cercato di nutrirlo, ma il piccolo non succhiava e stava morendo.
L’equilibrio mamma-figlio era saltato, la vita era in pericolo. La salvezza arrivò con la musica. La melodia armonica che un abile suonatore fece ascoltare alla mamma-cammello la fece “risintonizzare” con la vibrazione armonica ed equilibrata della natura e lei iniziò a leccare il suo cucciolo e
poi ad allattarlo. La vita era salva. Quella mamma era stata “contagiata” dall’armonia della natura attraverso una risonanza trasmessa attraverso il suono e aveva ritrovato il suo naturale equilibrio, il suo istinto, la sua appartenenza al ciclo magico della vita.
La musica è vibrazione armonica, come i profumi, i colori, le forme, come i cristalli, i movimenti…. Ogni vibrazione armonica è in grado di creare una “risonanza” armonica e quindi di essere benefica e potenzialmente curativa.
Oggi sappiamo che il cervello umano emana vibrazioni con frequenze diverse a seconda degli stati d’animo e delle condizioni: Le onde Delta (0,5-4Hz) sono le più lente. Sono le onde prevalenti durante l’infanzia e il sonno. Le onde Theta (4-8 Hz) e Alfa (8-13 Hz) si rilevano durante il dormiveglia e in presenza di stati di meditazione profonda e di rilassamento. Le onde Beta (dai 13 Hz in su), le più diffuse tra gli adulti nelle società contemporanee, corrispondono ad uno stato di mente attiva, veloce, di ansia diffusa.
Anche la Terra emana una frequenza. Il suo campo elettromagnetico (onde che oscillano fra la terra ed alcuni strati dell’atmosfera) vibra in prevalenza ad una frequenza di 7.8 Hz.
Alcuni esperimenti hanno messo in evidenza che la cosiddetta Risonanza Shumann di 7.8 Hz, il “battito del cuore” della Terra, è la stessa che attiva le risposte di guarigione del corpo umano, che regola il ritmo sonnoveglia, le secrezioni ormonali e così via. E’ la vibrazione che emette un cervello rilassato, in pace. La stessa frequenza emessa dall’ippocampo (organizzatore cognitivo del cervello, fondamentale per la connessione tra le varie aree cerebrali) di tutti i mammiferi.
La NASA effettuò uno studio sugli astronauti che durante i loro viaggi spaziali denunciavano angoscia e disorientamento. Arrivò alla conclusione che fosse proprio la mancanza della vibrazione terrestre, la Risonanza Shumann, a creare quello stato d’animo ed installò sulle navicelle spaziali uno strumento che generava onde Schumann.
Quando ci troviamo in uno stato di malessere, la nostra energia vibra a frequenze lontane da quelle della natura e non è possibile la sintonizzazione, la “risonanza”. Soltanto i “qi” uguali o simili, infatti, si
attirano a vicenda. Il Qi Gong ha quindi come primo obiettivo quello di portare l’energia di chi pratica, il suo “qi”, su una frequenza che renda possibile la connessione.
Come se noi fossimo uno strumento musicale e il Qi Gong lavorasse per “accordarci”, per rendere la nostra energia armonica. Nel Qi Gong si parla proprio di “tre armonizzazioni”: armonizzare il corpo, il respiro e il cuore/mente (che esprimono un concetto unico e vengono rappresentati con lo stesso ideogramma).
Il corpo si “armonizza” con esercizi di scioglimento, con le sequenze di movimenti, con la coordinazione e integrazione di tutte le sue parti, con l’equilibrio yin-yang. Il cuore-mente si armonizza con la musica, esercizi di meditazione e consapevolezza, con il graduale rilassamento indotto dagli esercizi di scioglimento sul corpo che alleggeriscono la concentrazione di energia nella testa e nella parte superiore del corpo indirizzandola verso la parte inferiore, la pancia, le gambe, i piedi. Il respiro, di conseguenza, diventa più profondo e regolare, contribuendo all’armonizzazione del tutto.
Quando l’armonizzazione si compie, la mente rallenta e si rilassa ed inizia ad emettere frequenze intorno ai 7-8 Hz, entra in “risonanza” con il cosmo, con la Risonanza Shumann. La sensazione di pace e connessione con il tutto, di espansione e leggerezza, di forza e benessere che si sperimenta durante alcune pratiche di meditazione e di “sintonizzazione” con la natura corrisponde quindi ad una sintonia reale. Entriamo a far parte dell’onda di vibrazione della terra, diventiamo della stessa sostanza…
Alcuni studi effettuati su praticanti di Qi Gong hanno permesso di interpretare scientificamente le esperienze di benessere e tranquillità indotte dalla partica:
- “ Così come il praticante si addentra in uno stato sempre maggiore di pace ed armonia, anche le onde cerebrali sembrano avere un andamento più armonico sull’EEG. Le diverse parti del cervello ed i diversi aspetti della coscienza, in particolare quello cognitivo e quello creativo/intuitivo, comunicano tra loro” (1);
- Produce un effetto enfatizzante per le “encefaline, secrete in abbondanza durante attività fisiche ripetitive e contemporaneamente a forte ossigenazione (“aerobiche”)… le encefaline contribuiscono a creare uno stato di coscienza particolare (EMC: “stato modificato di coscienza) corrispondente, a gradi diversi, ad una esperienza di transe, di estasi o, ricorrendo ad un termine oggi divenuto meno mistico rispetto a quanto lo fosse all’origine, di entusiasmo” (2);
- “Studi effettuati in Cina e negli Stati Uniti hanno dimostrato che dopo una seduta di qigong si verifica un notevole aumento nella sintesi e secrezione di neurotrasmettitori vitali nel sangue, nel cervello e nel liquido cerebro-spinale, in modo particolare di norepinefrina aceticolina, serotonina e dopamina” (3).
La prossima lezione ci occuperemo di un corollario essenziale della risonanza: il vuoto.
1 Keneth, Kohen. L’Arte e la Scienza del Qi Gong. Genova: Erga edizioni, 206. p. 101
2 Schott-Bilmann, France. Quando la danza guarisce. Milano: Franco Angeli, 2011. p. 39
3 Ried, Daniel. Chi-Gung: Harnessing the Power of the Universe. Simon & Schuster1998 p. 103