Lun. Mar 24th, 2025

Il nostro corpo anela a sentirsi libero e sciolto, a lasciarsi andare con leggerezza nel movimento. In ognuno di noi è custodita una memoria corporea innata e antica di appagamento e tranquillità, salute e benessere. E’ presente negli esseri umani come negli animali e non aspetta che di essere riattivata per potersi esprimere e realizzare. Il corpo lo sa e la cerca spontaneamente. Nella Cina antica questa ricerca divenne una scienza e un’arte, attraverso il pensiero filosofico, spirituale e medico. I diversi punti di osservazione e studio finirono per convergere in un nucleo centrale, capace di esprimere la “naturalità” presente in tutti gli esseri: “La Via”, il “Tao”, l’aspetto spontaneo e intimamente puro e incondizionato di ogni singola espressione della natura.

Con una comprensione dei fenomeni naturali che la scienza moderna sta confermando, fu individuato un meccanismo essenziale attraverso il quale si esprime la natura, e quindi il Tao: un flusso costante di trasformazione ed equilibrio dinamico di due opposti, rappresentato graficamente dal simbolo del Taiji, bianco e nero che fluttuano insieme all’interno di un cerchio. Il Qi Gong e il Taiji Quan derivano dalle antiche tecniche studiate per realizzare il “Taiji” dentro di sé, per sintonizzarsi con le leggi della natura e lasciar riemergere la memoria corporea, custode della propria essenza, della propria “Via”.
Unendo consapevolezza e respiro a un’alternanza di quiete e movimento, queste discipline realizzano l’equilibrio dinamico psico-fisico degli opposti yin-yang e creano un continuo flusso interiore di energia, una linfa silenziosa e vitale come quella di un albero, che porterà stabilità e radicamento, nutrirà di armonia e vitalità tutto il corpo.
Per realizzare l’equilibrio energetico del Taiji e ottenerne i benefici, il corpo deve essere rilassato, libero da tensioni. La mente vuota, il cuore leggero e tranquillo… Qui iniziano le difficoltà. Come scrive Elisa Rossi, infatti, “La tradizione cinese esorta a mantenere il ‘cuore vuoto’, poiché ciò che è pieno non permette il movimento, il libero fluire del qi. Ma la sofferenza invade e riempie…” (Elisa Rossi. Shen, 2002).

Il processo stesso del vivere sovrappone alla memoria innata di salute e benessere esperienze, ricordi ed emozioni. Ogni evento importante rimane impresso, non solo nelle zone del cervello atte a custodirlo, ma in ogni cellula del nostro organismo. Il corpo genera emozioni, le emozioni si fanno corpo. Il corpo, allora, diviene un’espressione del nostro cuore e delle nostre esperienze, uno specchio sensibile attraversato dalle immagini della nostra vita e di tutto il nostro Essere. “Anche in questo momento il vostro corpo è l’immagine tridimensionale di quello che state pensando”, scrive Chopra (Deepak Chopra. Guarirsi da dentro, 1992).

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La ricerca del “vuoto” offre spesso la tentazione di trascendere emozioni e vissuti non adeguatamente elaborati che incalzano. La tecnica del Taiji Quan e del Qi Gong, ad esempio, creano uno stato di coscienza alterato, rilassante e pacificante, che offre un temporaneo sollievo dalla sofferenza e dal disagio (Michael Meyer. Energy Psichology, 2009). In questo modo, tuttavia, si corre il rischio di creare una distanza con il proprio mondo interiore, che resterà in dietro e potrà divenire un freno ed un ostacolo alla crescita ed allo sviluppo energetico.

“Quando create una distanza rispetto alla fonte della sofferenza, quando la definite come antitesi di ciò che vorreste essere, negate a voi stessi la possibilità di cambiarla. Perché continuerà a vivere dentro di voi, come parte di voi, influenzando molte delle vostre scelte, ma rifiutandovi di riconoscerla resterete in una beata ignoranza e continuerete a soffrire… La verità è che, quando una persona è piena di paure, è più soggetta a ogni tipo di influenza psichica, poiché ha perso il legame con se stessa, e questa connessione è la sola, vera protezione”. (Olga Kharitidi, Il Maestro dei sogni, 2002).

E’ interessante considerare quanto scrive Thomas Cleary, un fine traduttore e conoscitore della tradizione cinese, utilizzando la metafora del padrone di casa come sé originario e l’ospite come condizionamento acquisito: “Non andare ad ispezionare la casa, abbandonarla a se stessa, comporta il serio pericolo di lasciare che “l’ospite” spadroneggi ed assuma un potere così totale da diventare di fatto il nuovo padrone di casa, da farci credere che sia così veramente, da non darci più la possibilità di capire e sentire che così non è, che noi siamo altro” (Thomas Cleary. Commento al “Segreto del Fiore d’Oro, 1993). La luce che apre la strada al nostro cammino viene dalla percezione, dall’esperienza interna, dall’ascolto di noi stessi, dalla cura della nostra “casa”. Come scrive Franco Bottalo, “…l’idea di trascendenza, di riuscire ad andare oltre all’essere finito e limitato che siamo, per abbracciare l’infinito. Ma è dal consolidamento dell’Io che può nascere la possibilità di trascenderlo. Quando, attraverso il nostro processo evolutivo individuale, siamo ben radicati nel Sangue, che vuol dire profondamente in contatto con ciò che siamo e con ciò che vogliamo, allora possiamo lasciar andare questo Io, possiamo lasciar andare l’attaccamento a ciò che siamo”…Quando qualcosa è davvero conosciuto, può allora essere lasciato” (Franco Bottalo. Il cammino dell’anima in medicina cinese, 2013). Il vuoto si raggiunge attraverso la conoscenza di ciò che siamo. Carlo Moiraghi scrive che “Non si pratica per diventare. Si pratica per accorgersi di ciò che già si è, per realizzare, manifestare, se stessi” (Carlo Moraighi. Qi Gong: L’arte di nutrire la vita. 2002).

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Il Taiji del Cuore considera il ruolo fondamentale della mente e del cuore nel cambiamento energetico. “Quello che vorrei ti fosse ben chiaro per ora è quanto potente è questa energia vitale e quanto sia importante che, una volta attivata, venga guidata dal Cuore”, ricorda la maestra Mae nel romanzo di Bottalo. “Se il Cuore non è sufficientemente limpido e puro, è meglio attivare poca energia vitale: piccola energia poco danno; grande energia, grande danno”. E poi continua: “Il Cuore è la sede e la dimora della crescita di ognuno di noi, comunque ti piaccia definirla. Puoi parlare di Anima, di Spiriti o di Dio, di unione con il Principio Cosmico Universale o altro ancora. I termini sono solo termini, quello che è bene che tu abbia ben chiaro, e quindi fissatelo bene nella mente, è che la direzione alla nostra vita viene da lì”, il palmo della sua mano destra indicava il centro del proprio petto, “dal Cuore. Quella è l’unica guida a cui puoi affidarti” (Franco Bottalo. Il volo del Cuore, 2014).
Nel Taiji del cuore utilizzo il Taiji Quan e il Qi Gong in sinergia con suoni, musica, aromi, Focusing e Counseling per creare un percorso di armonizzazione dolce, graduale ed olistica, che coinvolga corpo, mente ed energia. Una via percorribile a piccoli passi, un gradino dopo l’altro.

Quando si sciolgono i principali nodi, quando si integrano le varie componenti dell’Essere, i pensieri diventano tranquilli, le emozioni sottili e fluide, il respiro profondo. Quando i piedi sono ben radicati e il corpo allineato tra Cielo e Terra, possiamo allora muoverci con leggerezza e libertà, sperimentando una sensazione rigenerante di calma e fiducia.

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La nostra energia torna allora finalmente a fluire, entrando in risonanza con la natura, con il suo equilibrio benefico e salutare. Il nostro corpo e il nostro mondo interiore ritrovano uno stato di armonia e unione con il Tutto. La nostra “Via” si esprime liberamente e il nostro Taiji confluisce nel cosmo, con una danza vibrante e appassionata di energia. Un giorno, dopo aver praticato, ho scritto nei miei appunti: “E’ come se questi movimenti fossero quelli che il corpo e l’anima hanno sempre cercato. Qualcosa che li fa sentire compresi, in armonia, espressi. Rendono il corpo anima e l’anima corpo”.

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