Lun. Mar 24th, 2025

Il Taiji, modello energetico dell’universo
Intorno al VI-IV secolo a.C. si sviluppò in Cina una scuola filosofica basata sull’osservazione della natura, il taoismo. I primi filosofi taoisti “si ritirarono in regioni selvagge, tra monti e foreste, per meditare sull’ordine della natura e per osservarne le innumerevoli manifestazioni” (J. Needham. Scienza e Civiltà in Cina. Vol. II). I loro templi si chiamavano “kuan”, ovvero “osservare”, centri di osservazione della natura. Questi antichi filosofi naturalisti ed eremiti (i fondatori della scuola furono Lao-tzu e Chuang-tzu) individuarono un principio di base, uno schema costante che sintetizzava le caratteristiche principali dei fenomeni osservati, ovvero il flusso ed il mutamento, e lo chiamarono “Tao”, la “Via”, la modalità della natura. Compresero inoltre che il meccanismo specifico attraverso il quale si esprimevano il flusso ed il mutamento del Tao era l’interazione dinamica di due opposti e complementari, Yin-Yang (in origine rappresentavano il lato in ombra ed il lato assolato di un campo). Queste due modalità dell’universo divennero il modello di tutte le altre coppie che si alternano e si combinano per permettere ed esprimere la vita nei suoi vari aspetti: sole-luna, quiete-movimento, Terra-Cielo, femminile-maschile… Considerando lo Yin come l’aspetto denso, umido, basso delle cose, la ricettività – la materia, la massa – lo Yang corrisponde alla qualità luminosa, leggera e calda; alla forza, all’azione trasformatrice, all’impulso che suscita la rotazione dei corpi celesti ed il movimento. La combinazione e alternanza dei due opposti Yin-Yang rappresentava il modello di base, il principio che governava la volta celeste così come la vita sulla Terra, chiave interpretativa di ogni aspetto dell’esistenza. Salute, saggezza, prosperità divennero sinonimi di comprensione e rispetto del modello naturale del Tao, realizzazione spontanea e libera del suo flusso e del suo mutamento. Come evidenziato da Fritjof Capra nel suo libro “Il Tao della fisica” (Adelphi ed.), la visione del mondo taoista è sorprendentemente vicina ai principi fondamentali della fisica moderna: la meccanica quantistica, la teoria della relatività e il mondo delle particelle subatomiche. Il principio degli opposti complementari si ritrova inoltre nel pensiero mistico e spirituale delle principali tradizioni culturali. In Occidente venne individuato da Eraclito, il quale scriveva: “Il dio è giorno notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame”. La coppia dei contrari è stata riconosciuta come una struttura antropologica e psichica fondamentale, presente nello sviluppo del bambino come in molte tradizioni e danze primitive. Chiamata-Risposta sono due pilastri ordinatori del mondo riconosciuti dalla gnosi antica. “Divinizzate, attraverso il gioco del loro automatismo, sembrano agire indipendentemente dall’essere umano che attraversano con la loro coppia dinamica, le due forze fanno sì che il registro del sovrannaturale (Cielo) e il dominio umano (Terra) si chiamano e si rispondano” (France Schott-Billmann, Quando la danza guarisce. Ed. Franco Angeli). Il codice uno-due è il primo ritmo che si ascolta, il cuore della madre, il ritmo delle coppie fondanti andata e ritorno, chiamata e risposta. E’ il dondolio che calma, l’oscillazione con la quale la mamma culla il suo bambino. La scienza occidentale, attraverso la genetica, l’informatica e le neuroscienze (meccanismo di sviluppo del cervello per domanda e risposta, la cosi detta “epigenesi”) ha confermato l’importanza del codice binario. Questo principio venne rappresentato graficamente dal simbolo del Taiji, il “diagramma del grande polo”.

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Cuore-Mente e risonanza

Oggi sappiamo che il cervello umano emana vibrazioni con frequenze diverse a seconda degli stati d’animo e delle condizioni: Le onde Delta (0,5-4Hz) sono le più lente. Sono le onde prevalenti durante l’infanzia ed il sonno. Le onde Theta (4-8 Hz) e Alfa (8-13 Hz) si rilevano durante il dormiveglia ed in presenza di stati di meditazione profonda e di rilassamento. Le onde Beta (dai 13 Hz in su), le più diffuse tra gli adulti nelle società contemporanee, corrispondono ad uno stato di mente attiva, veloce, di ansia diffusa. Anche la Terra emana una frequenza. Il suo campo elettromagnetico (onde che oscillano fra la terra ed alcuni strati dell’atmosfera) vibra in prevalenza ad una frequenza di 7.8 Hz. Alcuni esperimenti hanno messo in evidenza che la cosiddetta Risonanza Shumann di 7.8 Hz, il “battito del cuore” della Terra, è la stessa che attiva le risposte di guarigione del corpo umano, che regola il ritmo sonno-veglia, le secrezioni ormonali e così via. E’ la vibrazione che emette un cervello rilassato, in pace. La stessa frequenza emessa dall’ippocampo di tutti i mammiferi. La NASA installò sulle navicelle spaziali uno strumento che generava onde Schumann per alleviare i sintomi denunciati dagli astronauti quali angoscia e disorientamento.
Alti livelli di stress, con la conseguente protratta produzione di cortisolo, hanno effetti nocivi sull’ippocampo.
Quando la mente umana rallenta e si rilassa, quando inizia ad emettere frequenze intorno ai 7-8 Hz, entra in “risonanza” con il cosmo. La sensazione di pace e connessione con il tutto, di espansione e leggerezza, di forza e benessere che si sperimenta durante alcune pratiche di meditazione e di “sintonizzazione” con la natura corrisponde ad una sintonia reale. Entriamo a far parte dell’onda di vibrazione della terra, diventiamo della stessa sostanza…

L’energia armonica del Taiji aiuta a stabilire una connessione e risonanza con la natura. Due corpi che vibrano alla stessa frequenza, infatti, entrano in risonanza. Quando la nostra energia interna è in armonia, inizia a vibrare con la stessa frequenza della terra. Allora, si può davvero percepire una meravigliosa sensazione di unione e appartenenza con quello che ci circonda, perché “diventiamo natura”.
La parola che esprime in cinese il principio fondamentale della risonanza si scrive con due caratteri. In tutti e due figura alla loro base l’ideogramma del cuore. Ma il cuore in cinese non è solo l’organo. E’ anche capacità di percepire, è anche mente. Xin è un concetto unico, cuore-mente, l’asse della percezione, del “sentire”. L’ideogramma del cuore-mente figura, come è facile immaginare, in sei delle sette emozioni principali: rabbia, ansia, preoccupazione, tristezza, paura, spavento. Solo la gioia, l’emozione specifica del cuore, non si scrive con l’ideogramma del cuore. Anche l’’intento, termine fondamentale nelle discipline orientali, si scrive con il carattere di suono o tono sopra ad un cuore: il suono del cuore, la vibrazione del cuore, ciò che emana dal cuore. L’intento esprime l’autenticità del proprio progetto, emana direttamente dal cuore. Anche il termine “pensiero” ha alla sua base il carattere del cuore: un campo coltivato sopra un cuore. Il pensiero è il raccolto di un campo seminato sopra al cuore-mente.
Il cuore-mente è quindi un concetto fondamentale, è la base della risonanza, è ciò che consente la sintonizzazione con l’energia equilibrata della natura, con l’armonia dinamica e benefica del Taiji.

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Trovare il centro
Il processo di apprendimento tende a spostare il focus dell’attenzione dall’esterno all’interno, dal flusso ininterrotto di pensieri alla percezione diretta di sé, del proprio corpo e del cuore-mente. Si inizia cercando di unire la forma esteriore, ovvero le posture e i movimenti, con la consapevolezza e l’energia interna, il Qi. Quindi si lavora sulla spontaneità, su un rilassamento consapevole e presente, per arrivare al nucleo, all’essenza: un gesto, un movimento, un respiro che provenga esclusivamente e direttamente dal profondo di se stessi, senza la mediazione del pensiero e della volontà. Espressione della propria energia autentica, puro fluire dell’Essere.
Il percorso può avvenire solo in presenza di un cuore sereno e sincero. “Saremo giunti a quello stadio che nel Taoismo viene definito Zhi Cheng ‘completa sincerità’ quando saremo riusciti ad educare la nostra mente-cuore ed avremo ottenuto un cuore retto: allora il Qi potrà fluire liberamente”. (Dott Li Xiao Ming. Metodo pratico di autoelevazione col Qi Gong Tradizionale cinese. Erga ed.)

Oltre ad un lavoro di scioglimento sul corpo, che riguarda prima di tutto la colonna vertebrale, le principali articolazioni, il bacino, le fasce muscolari maggiormente sottoposte a tensione e rigidità (trapezi, dorsali, diaframma, psoas…) l’allenamento si basa fondamentalmente sulla percezione, sull’attenzione alle proprie sensazioni, sulla ricerca di un equilibrio interno fisico ed emotivo, bene ancorato alla terra. In gergo si usa dire “trovare il centro”, o “essere centrati”, con una valenza fisica – come equilibrio, baricentro, stabilità – ed una emotiva – di consapevolezza, contatto con il proprio corpo, i propri gesti, le sensazioni che si sviluppano di volta in volta.

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Quando si trova il centro, è come se gli ingranaggi di un motore si mettessero finalmente a posto, facendo ripartire la macchina: l’energia interna, spesso bloccata da tensioni muscolari o articolari, da stati emotivi intensi, da ansia, dalla pressione della vita e della quotidianità, ricomincia a circolare, dando un’immediata sensazione di sollievo, benessere, leggerezza e fluidità. I piedi, allora, sono attaccati alla terra come se avessero delle radici e ne traggono forza, sicurezza e stabilità. La sensazione di appartenenza, di fusione con la natura, infonde una profonda sensazione di pace.

Il Qi Gong è una millenaria pratica cinese per lo sviluppo e l’equilibrio dell’energia interna. Combinando esercizi fisici di scioglimento, concentrazione e respiro, è la pratica di base delle discipline che utilizzano l’energia interna, come il Taiji Quan. Per utilizzare l’esempio di prima, è la specialista del motore. I suoi esercizi sono tutti attrezzi da lavoro per riavviare il meccanismo bloccato dell’energia interna. Una volta avviato il motore dell’energia, compito del Taiji è quello di farla circolare abbinandola al movimento, per riempire tutto il nostro Essere con la grazia, l’equilibrio e la sensazione di leggerezza e libertà che l’energia sa donare.

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