Ven. Ott 11th, 2024

LA PRATICA

Alcune posture hanno una storia molto antica, come abbiamo visto nella seconda lezione.
La postura della palla (in cinese Ti bao, Ti = palla Bao = abbracciare, proteggere), chiamata anche del palo, dell’albero o, semplicemente, meditazione in piedi, è forse la più diffusa ed importante.

Ne troviamo testimonianza, ad esempio, in alcune delle famose statuette cinesi dell’esercito di terracotta, risalenti al III sec. a.C.
Sin dall’antichità dovevano essere note le caratteristiche di questa semplice posizione (in piedi, le braccia aperte davanti all’addome, come a sostenere una grande palla), che agiscono equilibrando l’intero sistema psico-fisico.
“Con la meditazione in piedi impariamo a disfarci dei blocchi energetici per ritornare al normale potenziale umano”, scrive Kenneth Cohen (L’Arte e la Scienza del Qi Gong. Genova: Erga ed. 2006 p. 180)

La postura della meditazione in piedi, esperienza di verticalità, allinea tutto il corpo lungo un asse che collega “l’uomo” alla terra – sotto i suoi piedi ed al cielo – sopra di lui – conferendo, come hanno messo in evidenza anche la bioenergetica, la danza terapia, la psicomotricità, un grande senso di forza ed equilibrio.
Nel suo romanzo ”Il volo del cuore”, Franco Bottalo descrive l’esercizio della palla in maniera molto dettagliata e precisa: “Adesso mettiti in piedi, il corpo rilassato, le ginocchia rilassate, tutto il corpo eretto, ma senza tensioni inutili; tutto deve essere estremamente morbido e fluido, senza spigoli. Appoggia la lingua contro il palato e lascia andare quelle tensioni che hai nelle spalle.
Sei teso perché vuoi chiudere il torace, hai paura. Non c’è da aver paura, va tutto bene, va tutto molto bene qui e ora. Lascia andare. Ecco, così va meglio… adesso solleva lentamente le braccia, in modo da formare un cerchio che avvolga e protegga l’addome. Il palmo delle mani rivolto verso l’addome con le dita dirette le une verso le altre, ma senza che si tocchino. Non ci devono essere spigoli, sentiti rotondo, com’è rotonda la madre terra in cui siamo radicati.
Ora lascia che gli occhi si socchiudano… lascia lo sguardo sfuocato, non fissare nulla in particolare, ho bisogno che tu rimanga molto fluido… ecco, così va bene. Pensa al tuo respiro, segui il tuo respiro, che si diffonde in tutto il corpo, senti tutto il corpo, non fissarti su una parte in particolare, senti il tuo corpo tutto insieme…poi iniziai a sentire un forte calore a centro del petto, non un bruciore, ma una sensazione di calore che dal centro del petto si espandeva.

Sentivo calore e vibrazione, c’era movimento, come se un enorme fiore si aprisse. Il petto era leggero e provavo un profondo senso di pace e di gioia.
Questa gioia diventava via via più intesa, sentivo le lacrime riempirmi gli occhi di gioie e tristezza si mescolavano insieme in un sentimento piacevole, ma struggente. (Franco Bottalo. Il volo del cuore. Ibis, Como- Pavia, 2014 p.59-61)

La meditazione in piedi è considerata l’esercizio di base per tutte le discipline orientali che si fondano sull’utilizzo dell’energia interna (Qi Gong, Taiji Quan, Baqua, Xing Yi Chuan….). Attraverso l’immobilità di questa postura, attraverso il rilassamento consapevole che sviluppa, l’energia interna viene sostenuta, nutrita e protetta, proprio come una chioccia fa con i suoi pulcini. In silenzio, con pazienza e grande cura.
Allora si creeranno le condizioni interne perché l’energia possa raggiungere e nutrire l’intero organismo, proprio come avviene con la linfa all’interno di un albero.
Nella quiete del Ti bao il dentro e il fuori comunicano e interagiscono.
Quella che si sviluppa e percepisce durante l’esercizio del Ti Bao è una qualità particolare di energia. E’ il Zhen qi, (Qi autentico) o anche Zhen Yuan Qi, cioè “Qi della vera fonte originaria” (Li Xiao Ming. Metodo pratico di autoelevazione col Qi Gong tradizionale cinese. Genova: Erga edizioni, 2008 p. 27). E’ “l’unione tra il Qi originario del mondo naturale, che si acquisisce attraverso gli alimenti, e il Qi che si acquisisce mediante la respirazione” (Li Xiao Ming. Op. cit. p. 28).
“Il Zhen Qi si trova sia all’interno che all’esterno del corpo umano, si trova in ogni singola cellula ed è anche ciò che unisce tutte le parti del nostro corpo” ( Li Xiao Ming. Op. cit. p. 85).
Il Zhen Qi si percepisce come “una sensazione di estremo benessere… appena la si cerca consapevolmente scompare…. Quindi soltanto in una condizione di grande quiete… si può avvertire l’esistenza del Zhen Qi tanto all’interno quanto all’esterno del corpo” (Li Xiao Ming. Op. cit. p.85).
Il Ti Bao racchiude in sé le caratteristiche essenziali del Qi Gong e dello stesso Taiji Quan. Potremmo dire che il Taiji Quan è l’arte di creare il movimento conservando sempre la condizione interna creata dalla posizione della palla.

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Il Ti Bao è un esercizio fondamentale per allenare una delle principali caratteristiche del Qi Gong e del Taiji Quan: movimento interno dell’energia e quiete esterna del corpo: “Quando ci si trova in uno stato di assoluta immobilità fisica… proprio in quel momento il Zhen Qi si muove dentro di noi” (Li Xiao Ming. Op. cit p.115).
La pratica del Ti Bao, tuttavia, può risultare ostica e faticosa all’inizio. A volte può mettere in evidenza tensioni e dolori muscolari o articolari e la forzata immobilità può suscitare impazienza. Come affrontarla allora?
Prima di tutto: “Bisogna praticare in maniera naturale, spontanea, senza forzature: quando si è stanchi bisogna smettere. …I nostri maestri ci hanno sempre raccomandato di non imporci dei tempi determinati”. (Li Xiao Ming, op. cit. p.38).
Vediamo cosa propone Kenneth Cohen quando poi emerge un disagio:
“1. Non fate niente – già il fatto di essere diventati consapevoli la può cambiare. 2. Inspirando, inviate il respiro nella zona, espirando espellete il qi stagnante. 3. Pensate che le tensioni si «stacchino» da quella zona, e che cadano giù, che uscendo dai piedi sprofondino nella terra” (Kenneth Cohen, Op. cit. p. 191)
Anche se l’esercizio della meditazione in piedi sembra un esercizio statico per eccellenza, durante la sua pratica si attraversano tanti stadi, con esperienze e sensazioni diverse. Kenneth Cohen le riassume così:
“La maggior parte dei praticanti passa attraverso queste tre prove, nella pratica delle Meditazione in piedi. Dapprima c’è la “«prova del disagio», in cui tutti i muscoli e tutte le articolazioni sembrano avere qualcosa che non va, sembrano essere fuori posto. Questa fase è spesso accompagnata da tremori, soprattutto alle caviglie, alle ginocchia ed ai polsi. I tremori derivano da una debolezza nei muscoli e nei tendini: alcuni di questi, probabilmente, non sono mai stati adeguatamente utilizzati e sono per questo atrofizzati. Il tremore può anche significare che «c’è acqua nella pentola a pressione»: il corpo si sta adattando ad un maggiore flusso di energia interna. Non cercate di impedire né di esagerare questi tremori.
Semplicemente sentiteli e, se dopo qualche minuto non si fermano da soli, passate alla posizione del riposo e riprendete più tardi. Alcuni sentono i piedi e le mani fredde durante la pratica. Sebbene la meditazione in piedi sia una potente cura contro il problema delle estremità fredde, all’inizio si
può avere anche un peggioramento: rivolgere all’interno la propria concentrazione, inizialmente, può spingere l’energia dalle zone periferiche verso il centro del corpo. La seconda prova è chiamata «la prova del fuoco».
Finalmente, … l’allievo ha imparato a rilasciare le tensioni ed i nodi energetici. I meccanismi di base del corpo – respirare e stare in piedi – sono ora automatici. Le zone che prima erano carenti, adesso sono piene di qi. Le mani ed i piedi possono essere fin troppo caldi, la fronte si imperla di sudore; anche l’addome è caldo. Si tratta di un’altra fase transitoria, … La prova numero tre è la più difficile, ed è chiamata «la prova della crescita paziente».
Una volta chiesi al maestro B.P. Chan se gli antichi maestri di qigong e di arti marziali avessero delle capacità superiori a quelle dei maestri odierni. Rispose: «In generale sì. Ma solo perché erano più pazienti». E’ in questo punto, quando la meditazione in piedi sembra facile, scontata, quando sembra non offrire più niente di particolare, che la maggior parte degli allievi abbandona la pratica e cerca
una nuova forma di «intrattenimento». Ma è esattamente a questo punto che si sviluppano i benefici più duraturi della Meditazione in Piedi. Come disse una volta Wang ai suoi allievi, «l’ordinario è lo straordinario». Ora non è più necessario fare attenzione alle sensazioni strane, ai segni di squilibrio: ci si può dedicare pienamente ai miracoli del respirare, del sentire, e dell’essere consapevoli”. (Kenneth Cohen, Op. cit. p. 191-192).

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Prima di passare alla teoria, credo sia importante ricordare l’importanza fondamentale dell’atteggiamento di fondo con il quale ci si avvicina a questa pratica come a tutta la pratica del Taiji e del Qi gong.
“Lao Zi dice «Accogliete il legno non ancora intagliato«, ovvero non cercate di adattarvi ad uno stampo, o di ritagliare la pienezza del vostro essere con regole e doveri. Piuttosto, man mano che imparate, attraverso la pratica del qigong, a localizzare i vostri punti deboli, non siate troppo frettolosi nel cercare di correggerli: bilanciate il vostro desiderio di migliorare con una forte dose di auto-accettazione. Questo vi aiuterà a crescere ad un passo lento ma costante”. (Kenneth Cohen. Op. cit. p. 300)

LA TEORIA

Nella prima lezione abbiamo iniziato a parlare del Qi, tradotto con energia o soffio.
“La vita dell’uomo dipende dall’accumulazione del soffio; se il soffio si accumula, c’è la vita, se il soffio si disperde, si ha la morte” (Zhuangzi, cap. 22).

In seguito vedremo che l’energia assume qualità diverse all’interno del corpo. L’energia che si sviluppa con la meditazione in piedi è una qualità particolare del Qi, Zhen Qi, il Qi autentico, originario, che svolge le seguenti funzioni:

  1. attività funzionale degli organi
  2. regolazione della temperatura corporea
  3. metabolismo
  4. omeostasi, regolazione dei movimenti e posizione degli organi
  5. difese immunitarie
  6. funzione equilibrante nel rapporto yin-yang

Il Zhen Qi si concentra in puti precisi del nostro organismo a partire dal Dan Tian, localizzato quattro dita sotto l’ombelico.
Dan= sfera, medicina. Energia interna che ha una forma sferica.
Tian= campo coltivato

Esistono tre Dan Tian: basso (situato nell’addome) medio (situato nel petto) e alto (situato nella testa).
Il Dan Tian è la zona del corpo nella quale si “coltiva” l’energia interna (la quale assume la forma di una sfera che ruota, all’inizio piccolina, poi sempre più grande).
I primi stadi della pratica del Qi Gong coinvolgono solitamente il Dan Tian inferiore, cioè quello situato nell’addome.
La pratica del Ti Bao è fondamentale per armonizzare corpo, respiro e pensiero.
“Quando una persona, sia che si tratti di un uomo che di una donna, ha una forma che «sostiene il cielo stando ben piantato sulla terra»… non c’è nulla che non possa fare. Quindi dovete esercitarvi a far diventare il vostro cuore-mente molto grande, enorme.
Anche una persona molto
debole fisicamente, se ha un cuore-mente molto grande, quando assume questa posizione (shi) sembra veramente che abbia «statura gigantesca e spirito indomabile» e potrebbe allora «condurre mille eserciti». Al contrario, una persona anche molto forte fisicamente, ma che non riesce ad avere uno Shi grande come il cielo e la terra, non riuscirà mai in grandi imprese…” (Li Xiao Ming. Op cit. p. 98).
Per predisporsi alla pratica del Ti Bao è importante fare attenzione ai seguenti punti, che seguono l’ordine indicato da Li Xiao Ming (Qi Gong. Corso del Maestro Li Xiao Ming. Dispense. Cortona, Calosci, 1990 p. 19-24):

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1. Spirito concentrato
2. Corpo rilassato
3. Respirazione naturale
4. Posizione dei piedi: paralleli, eventualmente appena divaricati verso l’esterno, alla larghezza delle spalle
5. Gambe leggermente piegate
6. Testa ferma, allineata al resto della colonna, come se fosse appesa con un filo
7. Petto vuoto, schiena rilassata
8. Addome rilassato e pieno
9. Denti non serrati, ma che si sfiorano leggermente
10. Lingua appoggiata al palato subito dietro i denti (unisce il canale principale di conduzione dell’energia yin, che scorre nella parte anteriore del corpo, con quello yang che scorre lungo la schiena)
11. Bocca morbida, che accenna un sorriso
12. Occhi socchiusi o chiusi, senza fissare lo sguardo su niente
13. Orecchie predisposte a sentire anche il minimo e più lontano rumore

Vale la pena di notare che l’aspetto mentale (spirito concentrato) si trova al primo posto. Torneremo più avanti sulla relazione fondamentale fra la qualità dei pensieri ed il qi: “Vento e freddo colpiscono la forma, pensiero, paura e collera colpiscono il qi” (Lingshu, cap. 6).

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