Lun. Mar 24th, 2025

Dal Dao Yin al Qi Gong

Il micro- ed il macrocosmo sono sintonizzati e “risuonano” l’un l’altro (vedi la pagina“Le radici: Il Tao e la risonanza con la natura”).
In condizioni di disequilibrio, tuttavia, l’energia individuale ha una frequenza diversa da quella del cosmo e non riesce a “connettersi” ed entrare in relazione. Per potersi sintonizzare con l’energia della natura, è necessario realizzare al proprio interno l’equilibrio energetico psico-fisico del Taiji.
Questo è il fondamentale obiettivo del Qi Gong che si realizza attraverso “tre armonizzazioni”: armonizzare il corpo, il respiro e il cuore-mente. Solo allora, quando l’organismo nel suo insieme sarà armonizzato e “accordato”, la risonanza sarà possibile.

Nell’antica Cina, il segreto dell’esistenza umana sulla terra era racchiuso, sin dai tempi più remoti, proprio in questa capacità di armonizzarsi ed entrare in sintonia e risonanza con la natura. Il re-sacerdote, la figura più alta raggiungibile da un essere umano in età pre-imperiale, aveva una funzione di stabilire e mantenere questa relazione.
L’antico pittogramma che lo rappresenta è costituito da tre linee orizzontali: il cielo in alto, l’uomo al centro e la terra in basso.
Una linea verticale le collega tutte e tre: l’energia, il veicolo attraverso il quale avviene lo scambio.

La tradizione del Qi Gong affonda le sue radici negli antichi esercizi del Dao Yin.
Ne sono state rinvenute raffigurazioni dettagliate in alcuni dipinti su seta, riportati alla luce durante gli scavi archeologici nelle tombe di Mawangdui, in Cina, risalenti al II sec. a.C.
Questi esercizi, espressione di una profonda conoscenza delle caratteristiche e necessità fisiologiche e strutturali dell’organismo umano, si basavano su una sinergia di massaggio, movimento, respiro e concentrazione. Ne troviamo traccia già nel IV sec. C. negli scritti del filosofo Zhuang Zi:

Soffiare e respirare, espirare ed inspirare, espellere l’aria viziata e assorbirne di pura, stirarsi alla maniera dell’orso o dell’uccello che spiega le sue ali, tutto ciò mira alla longevità. Ciò è tenuto in gran conto da colui che s’adopera ad orientare e indurre l’energia vitale, dall’uomo che intende nutrire il proprio corpo e da colui che spera di vivere quanto Peng Zu.
(Zhuang Zi, cap. 15, p. 237 citato in Anne Cheng: Storia del pensiero cinese. Vol. I p. 126)

Il Qigong ha conservato fino ai nostri giorni queste antiche tecniche per la salute e la longevità basate sul principio di armonizzazione e risonanza con la natura. La parola Qi Gong è composta da due caratteri: “Qi” è il soffio, l’energia che pervade tutti gli aspetti vitali della natura.
“Il qi è il cielo, ciò che stabilisce la comunicazione tra le cose, ciò che penetra ovunque, è il vento, il movimento, la trasformazione, la respirazione, ciò che è leggero, ciò che si muove verso l’alto, ciò che si leva in volo, ciò che si disperde, ciò che apre, ciò che brilla, è la luce”.
(Citato in Catherine Despeux: Il qigong di Zhoun Lüjing. p. 31)

“Gong” rappresenta il lavoro costante di raffinamento e perfezionamento che conduce ad una abilità superiore, ad una vera maestria. Per questo si usano spesso parole come “pratica” o “praticare” in questo contesto, per sottolineare l’importanza della quotidianità e frequenza dell’esercizio, fino all’assimilazione completa di ogni singola tecnica.


II cuore-mente nel Qi Gong

Oltre al lavoro di scioglimento sul corpo (la prima armonizzazione: Tiao Shen, armonizzare il corpo, la forma) – che riguarda prima di tutto la colonna vertebrale, le principali articolazioni, il bacino, i tendini, le fasce muscolari maggiormente sottoposte a tensione e rigidità (trapezi, dorsali, diaframma, psoas…), la postura – l’allenamento si basa fondamentalmente, nelle prime fasi, sulla percezione, sull’attenzione alle proprie sensazioni, sulla ricerca di un equilibrio interno fisico ed emotivo, bene ancorato alla terra. Si usa dire “trovare il centro”, o “essere centrati”, con una valenza fisica – come equilibrio, baricentro, stabilità – ed una emotiva – di consapevolezza, contatto con il proprio corpo, i propri gesti, le sensazioni che si sviluppano di volta in volta.

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L’armonizzazione del cuore-mente (Tiao Xin), considerata essenziale e basilare, si fonda principalmente su esercizi di meditazione (in piedi) e bilanciamento energetico. Indirizzando l’energia verso la parte inferiore del corpo e radicandola alla terra, il respiro diventerà naturalmente più profondo ed il ritmo dei pensieri inizierà a rallentare. “Quando si pratica il Qi Gong e si è in uno stato di completo rilassamento del corpo, arrivano molti pensieri e stimoli di disturbo”, avvisa il M° Li Xiao Ming. “Si deve riuscire a spazzare via ognuno di loro e ‘ripulire la nostra stanza’ (cuore)” (Li Xiao Ming.1997).

Pensieri ed emozioni sono importanti ostacoli alla circolazione dell’energia (“il consumo di Qi dipende soprattutto dall’attività mentale” Li Xiao Ming, Op. cit.) e se gli abituali esercizi previsti dal Qi Gong non riescono a portare la mente ed il cuore verso la quiete, la pratica procederà con difficoltà. Per questo “se si vuole praticare Qi Gong, si deve cominciare dal proprio cuore (mente)…” (Li Xiao Ming Op.cit.).”
Almeno che non si tratti di situazioni particolari, contingenti e transitorie, i blocchi energetici ed emotivi che non si lasciano sciogliere dalla pratica del Qi Gong dovrebbero essere trattati con percorsi adeguati.
Un antico testo di medicina cinese sottolineava quanto fosse difficile e soprattutto effimero il tentativo di restaurare l’equilibrio e la salute senza rimuovere le cause dei pensieri ricorrenti e dei blocchi emotivi: “Euforia, collera, angustia, pensiero, tristezza, paura, spavento, tutti e sette si originano dalle emozioni – qing. Le emozioni sono la coscienza-shi dello shen (spirito, coscienza, attività cognitiva n.d.a.), ne abbiamo percezione ma non possiamo definirla, non lascia tracce che possiamo seguire, si attiva dal contatto con l’ambiente e quando s’incaglia è difficile da liberare e le medicine non hanno effetto. Allora come possiamo eliminare questa sua presa potente? Se anche riuscissimo a fare scorrere il qi già stagnante e a muovere il sangue già colpito, dal momento che sussistono cento pensieri assillanti e continui che non si sono trasformati, come possiamo garantire che in futuro non si riannodino causando di nuovo sofferenza? L’unica maniera adatta è quella di rimuovere la coscienza-shi errata con la coscienza corretta, scacciare le emozioni con i principi-li. Questo è ciò che si intende dicendo che per le malattie ‘del cuore’ è necessario un trattamento ‘del cuore’” ( Citato da E. Rossi, 2002).

Secondo la teoria dei Chakra e dei corpi energetici – eterico, emotivo, mentale, astrale ecc.- che si sovrappongono uno all’altro come gli strati di una cipolla, le problematiche procedono dall’esterno all’interno, dagli strati più sottili ed esterni a quelli più interni. Un disequilibrio od un blocco percepito nel corpo fisico, che costituisce il nucleo centrale e più interno, sarà quindi passato attraverso il corpo emotivo, quello mentale e così via fino ai livelli superiori di energia, che rappresentano la connessione con la propria energia spirituale. Il blocco, quindi, va trattato all’origine, in corrispondenza con il suo livello di formazione (Per un approfondimento di questo tema vedi Barbara Ann Brennan. 1989). La teoria taoista dell’energia, inoltre, delinea un processo analogo: “Le emozioni modificano i movimenti del qi. In genere, le alterazioni emotive compromettono in prima istanza il livello funzionale del qi, per poi produrre danni organici. Di solito le emozioni prima danneggiano il qi degli organi, con manifestazioni di alterazioni funzionali dell’organo stesso e cambiamenti emotivi. Se la malattia progredisce arrivano a danneggiare il jing dell’organo, cioè il corpo, con la comparsa dei relativi sintomi.” (E. Rossi. Op. cit). Le diverse discipline che si studiano l’energia del corpo umano percorrono a volte strade diverse, ma attraversano lo stesso territorio e procedono nella medesima direzione.

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La pratica del Qi Gong offre un importante sostegno di radicamento e rafforzamento dell’energia, una base solida per la mente e per il corpo. “Se non si compatterà la propria energia non si riuscirà mai a spazzare via la multiformità di cose del mondo”, scrive Li Xiao Ming (Op. cit).
Il paziente cammino di consapevolezza e conoscenza di sé basato sul corpo e sulle sue sensazioni, avvicinano sempre di più, con il progredire della pratica, al centro del proprio essere e della propria natura originaria. Come scrive Capra a proposito dello zen. “Riacquistare la spontaneità della nostra natura originaria richiede un lungo esercizio e costituisce una grande conquista spirituale” (Capra, 1982).


Trovare il centro

Quando si trova il centro, quando si realizza l’equilibrio del Taiji, è come se gli ingranaggi di un motore si mettessero finalmente a posto, facendo ripartire la macchina: l’energia interna, spesso bloccata da tensioni muscolari o articolari, da stati emotivi intensi, da ansia, dalla pressione della vita e della quotidianità, ricomincia a circolare, dando un’immediata sensazione di sollievo, benessere, leggerezza e fluidità. I piedi, allora, sono attaccati alla terra come se avessero delle radici e ne traggono forza, sicurezza e stabilità. La sensazione di appartenenza, di fusione con la natura, infonde una profonda sensazione di pace.

Il Qi Gong è la pratica di base delle discipline che utilizzano l’energia interna, come il Taiji Quan. Per utilizzare l’esempio di prima, è la specialista del motore. I suoi esercizi sono tutti attrezzi da lavoro per riavviare il meccanismo bloccato dell’energia interna.

Esercizio basilare è la meditazione in piedi (Ti bao), nella quale si immagina di abbracciare una palla all’altezza della pancia, dove è collocato il punto di raccolta dell’energia (Dan Tian inferiore). Quando i pensieri diventano respiro, quando si smette di fare qualsiasi cosa riuscendo semplicemente ad “essere”, quando si raggiunge un’immobilità totale, lo “Zhen Qi”, il Qi originario, inizia a nutrire silenziosamente ed impercettibilmente di forza vitale organi e cellule e si annuncia con una piacevole sensazione di benessere generale e pace.
La posizione della palla sostiene, nutre e protegge l’energia “come una chioccia i suoi pulcini” (Li Xiao Ming Op. cit.).

Il Qi Gong nel Taij del cuore: obiettivi dei corsi

Il Qi Gong tradizionale cinese prevede un percorso di sviluppo globale dell’energia, che raggiunge livelli talmente elevati da non poter neppur essere presi in considerazione in questa sede.
Sono indicati tre stadi, ciascuno costituito da tre “passi” fondamentali.
Il primo stadio prevede la trasformazione dell’energia “jing”, la forma più densa e materica di energia, in “Qi”, il soffio, l’energia che proviene dal mondo naturale, dal cibo, dal respiro.
I tre passi di questo primo cammino sono costituiti da:

  1. Raggiungere la quiete del pensiero o volontà cosciente;
  2. Raggiungere una postura e forma corporea corretta;
  3. Circolazione del Qi.

(per una trattazione dettagliata dell’intero percorso, si rimanda al testo di Li Xiao Ming).

Il Qi Gong proposto in questi corsi affronta esclusivamente il primo stadio. Ci si occupa della forma corporea e della postura, della qualità del movimento, dell’aderenza costante e consapevole tra pensiero e movimento, pensiero e sensazione. Si allena la circolazione dell’energia interna.
L’obiettivo è trovare la strada verso il proprio centro, avvicinandosi sempre di più alle proprie sensazioni, alla parte più profonda del proprio Essere.
Come scrive Carlo Moiraghi, “Non si pratica per diventare. Si pratica per essere. Si pratica per accorgersi di ciò che già si è, per realizzare, manifestare se stessi” (Carlo Moiraghi, 2002).

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Il Qi Gong offre un prezioso aiuto per centrarsi e trovarsi, per avere sempre a disposizione dentro di sé una piccola isola di pace: “Con la pratica regolare del qigong, si impara ad avere un centro calmo e rilassato. Diventa più facile ritornare a questa sensazione, ogni volta che vi sentite soverchiati dalle emozioni o preoccupati per un pensiero ricorrente. In questo modo, è molto più difficile che le emozioni diventino pericolose e sfuggano al controllo. A volte basta soltanto chiedersi: ‘Sto respirando?’ Sono ben piantato sul terreno?’ I taoisti chiamano questo particolare stato psicologico Taiji, lo stesso termine del Taiji Quan. Tiaji è la suprema polarità, l’equilibrio tra yin e yang, il punto di immobilità prima di un nuovo cambiamento. Trovare lo stato d’animo del Taiji è equivalente a trovare quello che Thoreau chiamava ‘l’osservatore interno’, un aspetto interiore non toccato dalle vicende della vita e a cui si può sempre tornare nei momenti di difficoltà” (Kenneth Cohen. 2006)

La pratica del Qi Gong è stata vietata nei parchi pubblici in Cina dopo che la setta del Falungong (praticava una forma di Qi Gong) circondò silenziosamente in protesta la sede centrale del governo a Pechino (25 Aprile del 1999).

Per saperne di più:

  • Boschi, Giulia. Medicina Cinese: La radice e i fiori. Genova: Erga Edizioni, 1997
  • Brennan, Barbara Ann. Mani di luce: Come curarsi e curare tramite il campo energetico umano. Milano: Longanesi, 1989
  • Capra, Fritjof. Il Tao della fisica. Milano: Adelphi edizioni, 1982
  • Cheng, Anne. Storia del pensiero cinese. Torino: Einaudi, 2000
  • Cohen, Kenneth. C. L’arte e la Scienza del Qi Gong. Genova: Erga Edizioni, 2006
  • Despeux, Catherine. Il Qi Gong di Zhou Lüjing. Roma: Edizioni Mediterranee, 2014
  • Ming, Li Xiao. Metodo pratico di autoelevazione col Qi Gong tradizionale cinese. Genova: Erga edizioni, 1997
  • Moiraghi, Carlo. Qi Gong: L’arte di nutrire la vita. Ginnastica energetica del corpo, del respiro e della mente. Milano: Fabbri Editore, 2002
  • Rossi, Elisa. Shen. Aspetti psicici nella medicina cinese: I classici e la clinici contemporanea. Milano: Ambrosiana, 2002