Il testo seguente è una sintesi dell’articolo “Blocchi Energetici”.
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Nelle pratiche basate sull’energia interna, come il Qi Gong ed il Taiji Quan, si parla spesso di “blocchi” energetici quando il flusso è interrotto od ostacolato.
Originati da cause diverse, i blocchi si presentano come zone più chiuse al flusso energetico, spesso con una sensibilità alterata, poco accessibili alla consapevolezza ed alla propriocezione. Alcune zone del corpo, come il collo, le spalle, il bacino sono particolarmente esposte a questo tipo di situazione, soprattutto in presenza di abitudini e posture poco attente alle esigenze naturali e fisiologiche di movimento, ritmi circadiani, alimentazione ecc.
Il lavoro di scioglimento e “armonizzazione” proposto dal Qi Gong permette di raggiungere ottimi risultati e di riportare consapevolezza e rilassamento in queste zone, con la conseguente riattivazione della circolazione energetica.
A volte, tuttavia, il lavoro sul corpo non è sufficiente per sciogliere questi “nodi” che imbrigliano l’energia vitale.
Ci sono molti modi di spiegare la formazione dei blocchi, ma le diverse teorie concordano su un elemento fondamentale: l’origine non risiede nel corpo.
La medicina cinese, la bioenergetica, la psicosomatica e la vastissima gamma di tecniche olistiche utilizzano spesso termini diversi per indicare la componente emotiva, psichica, spirituale del problema, che solo alla fine di un lungo processo arriva a manifestarsi nel corpo.
Credo che in ogni percorso di pratica ci si ritrovi di fronte ad uno o più di questi “nodi”.
Ognuno ha i suoi e credo possa essere utile gettare uno sguardo sui modi diversi di vedere ed interpretare questi importanti ostacoli alla pratica, per capire meglio e trovare la modalità più appropriata per scioglierli.
Soprattutto grazie alle recenti scoperte delle neuroscienze, d’altra parte, le diverse strade si stanno avvicinando, convergendo in una visione comune e globale dell’Essere umano.